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Magnifica Presenza film

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Magnifica Presenza

Magnifica Presenza recensione film

TRAMA
Il protagonista del film Magnifica Presenza è Piero, interpretato da Elio Germano, un pasticciere gay che si trasferisce a Roma, in una casa antica. Ha la cugina in città il suo sogno è quello di diventare attore, quindi di notte crea cornetti e il giorno si diletta in provini. Ma dopo qualche giorno inizia a percepire altre presenze nell’appartamento, a vedere delle strane persone vestite di altro tempo vicino agli specchi, accanto a lui nel letto.


Alla fine esse si rivelano: sono una compagnia di Attori di un altra epoca, (interpretati da un cast italiano) Compagnia Apollonio, i quali convincono Pietro a cercare un ‘altra loro collega che doveva liberarli. Nel frattempo convive con essi, li spia durante le prove per percepire o rubare atteggiamenti, pose, tono di voce.
Nella sua ricerca scopre un fatto tragico: la compagnia crede ancora di essere viva, non pensa che siano passati
tutti quegli anni. Ma la loro anima è intrappolata perchè nessuno li ha mai cercati.
Costretti a nascondersi perchè denunciati alla polizia dalla loro collega in quanto amici della Resistenza, una notte del 1943 furono costretti a scappare dal teatro e a rifugiarsi nella casa in cui si trovano. Nessuno mai li ha cercati, sono stai dati per dispersi e scomparsi, l’unica persona che loro pensavano amica, era colei che li aveva traditi.
Sono sbalorditi quando vengono a conoscenza di ciò e iniziano ad avere la curiosità per la vita esterna dopo oltre mezzo secolo.

RECENSIONE
Il cast al completo è molto forte,ma l’interprete è genuino nella sua parte da un lato comica dall’altra evidenzia spontaneità, dolcezza e paura. Ma nel suo piccolo aiuta la compagnia a staccarsi da quel filo tra presente e passato che imprigiona la loro anima nella certezza che il corpo è ancora sulla terra.
Vengono presentati in modo bizzarro, anche la trama scivola fra il filo storico della seconda guerra mondiale e
la commedia ironica. Per questo ci sono attimi che ti confonde, ti ammalia e ti fa intristire nella consapevolezza
dei dramma accaduti in quel tempo lontano, ma subito dopo la vena artistica della commedia italiana si fa avanti.
La tragedia viene alleggerita, i ricordi e la memoria del passato, scivolano con battute e qualche lacrimuccia.
Anche quando la compagnia cinge a ricordare di essere morti, l’angoscia viene catapultata in risate in merito alle rughe e giovinezza eterna.
I fantasmi che dovrebbero far paura, portano il protagonista a non sentirsi solo, una compagnia fastidiosa ed estrema, ma alla fine si affeziona e si abitua, socializzando; ma un minimo di paura da parte sua è presente: quando un componente sospira davanti al suo letto: innamorato e gay anche lui!
Tanti sentimenti, amore, morte, fiducia, coraggio, tradimento, allegria in un mix molto fluente che scivola nella
trama e si confonde, in quanto le proprie espressioni mimiche durante la visione cambiano: ridi, sorridi
ti commuovi, pensi, ti angosci.
Realtà e finzione s’intersecano fra loro, coinvolgendoti sin dalle prime scene, il filo logico è semplice da seguire,
il ritmo narrativo si alterna fra comico e drammatico, intrecciandosi con la magia e incorniciato dall’angoscia della solitudine e drammaticità storica.


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